Quest’anno le morti per malaria nei paesi dell’Africa sub-sahariana potrebbero raddoppiare fino a superare le 700.000 se la crisi di Covid-19 provocasse l’interruzione dei programmi di controllo
L’agenzia sanitaria globale delle Nazioni
Unite (OMS) lancia l’allarme sull’importanza del mantenere l’impegno nel
garantire la distribuzione delle zanzariere impregnate e l’accesso ai farmaci
antimalarici in tutti i Paesi dell’Africa Sub-Sahariana, sede del 94% dei
decessi globali per malaria (dati 2018).
“Sebbene Covid-19 rappresenti una grave minaccia per la salute, è
fondamentale che le strategie messe in atto permettano di mantenere attivi i
programmi di prevenzione e cura della malaria”, ha affermato il direttore
del Dipartimento dell’OMS in Africa, il dott. Matshidiso Moeti. “I nuovi
modelli di proiezione epidemiologica mostrano che le morti potrebbero superare
le 700.000 solo quest’anno. Non vediamo livelli di mortalità del genere da 20
anni. Non dobbiamo tornare indietro nel tempo. “
La malaria,
un’infezione parassitaria trasmessa prevalentemente da zanzare del genere Anopheles, risulta ancora oggi infatti
qui una delle prime cause di morte, soprattutto per le categorie piú
vulnerabili come donne in gravidanza e bambini.
L’OMS aveva giá avvertito che la pandemia da Covid-19 in Africa avrebbe
probabilmente avuto impatti secondari se le restrizioni imposte per fermare la
sua diffusione avessero portato le altre malattie ad uccidere più persone.
Aveva dunque invitato i Paesi ad accelerare le campagne anti-malaria nel
periodo in cui i casi di coronavirus in Africa erano ancora relativamente
pochi.
“Abbiamo una finestra temporale preziosa in cui agire prima dell’arrivo
della stagione di picco malarico in molte parti dell’Africa e dell’ulteriore
diffusione di Covid-19 in tutto il continente”, ha affermato il dott.
Abdourahmane Diallo, coordinatore della “RBM
Partnership to End Malaria”.
Giá all’inizio di aprile l’OMS aveva inoltre consigliato ai governi di adattare
le loro campagne sulla malaria al fine di prevenire le infezioni da
coronavirus, evitando grandi raduni di persone nei punti di distribuzione delle
zanzariere e proteggendo i lavoratori che le distribuiscono.
Un importante avvertimento è stato lanciato anche a proposito della potenziale
confusione causata dai sintomi condivisi tra le due patologie, come la febbre.
Gli operatori sanitari operanti in zone malariche dovrebbero garantire che ogni
paziente in cui sia sospettato Covid-19
venga anche testato per la malaria, per evitare errori diagnostici e garantire
che entrambe le malattie vengano gestite al meglio. Anche se il tampone per
COVID-19 è ancora ampiamente non disponibile nella maggior parte del territorio
africano, i test rapidi per la malaria sono fortunatamente largamente diffusi.
L’OMS ha elogiato i leader di Benin, Repubblica Democratica del Congo, Sierra Leone e Ciad per aver immediatamente avviato campagne per distribuire zanzariere durante la pandemia.
“In questo momento l’attenzione deve essere rivolta a garantire che tali misure fondamentali per la malaria proseguano come previsto, e che gli operatori sanitari in prima linea abbiano tutto l’aiuto di cui hanno bisogno per gestire le molteplici minacce per le persone che assistono. Mentre i paesi cercano giustamente di adottare misure per prevenire la diffusione di Covid-19, devono fare tutto il possibile per assicurare che le attivitá prioritarie non vengano interrotte, altrimenti le conseguenze potrebbero essere gravissime in termini di giovani vite perse”.