6 settembre – Lo studio globale condotto da Orb Media e condiviso in esclusiva su The Guardian ha denunciato che oltre l’83% dei campioni di acqua potabile sono contaminanti da microfibre di plastica.
La plastica è ovunque: il prodotto più resistente, insidioso e indistruttibile. Sembra paradossale, ma creiamo oggetti monouso di materiale indistruttibile, il che significa che i rifiuti di plastica non si biodegradano, piuttosto si rompono in pezzi più piccoli – la microplastica (anche fino a particelle in scala nanometrica).
Ogni anno vengono prodotte quasi 300 milioni di tonnellate di plastica e solo il 20% di questa viene riciclata o incenerita, gran parte finisce per spargersi nell’aria, sulla terra e in mare; 8,3 miliardi di tonnellate di plastica dal 1950 sono ancora presenti in qualche forma sul nostro pianeta.
Dalle scarpe alle lenti a contatto, dal telefono alle confezioni degli alimenti, non abbiamo scampo. Se la nostra epoca dovesse essere classificata forse questa volta si chiamerebbe l’Epoca Plastocene, come aveva suggerito Tatiana Schlossberg sul NY Times.
La plastica ci libera, migliorando la vita quotidiana, ma allo stesso tempo ci imprigiona nei rifiuti e nell’inquinamento microscopico.
Recenti studi hanno mostrato l’estensione scioccante del materiale plastico negli oceani e nei laghi del mondo.
Orb Media in associazione con ricercatori della Scuola di Sanità Pubblica dell’Università del Minnesota e dell’Università statale di New York, hanno invece sviluppato uno primo studio scientifico nel suo genere, andando ad analizzare la presenza di fibre di plastica nell’acqua del rubinetto delle città in tutto il mondo.
Oltre l’83% dei campioni raccolti su cinque continenti sono risultati positivi per la presenza di fibre di plastica. Le microplastiche – piccole fibre di plastica e frammenti – non stanno solo soffocando l’oceano, stanno contaminando anche l’acqua potabile globalmente. Questo ha portato gli scienziati a ricercare urgentemente le implicazioni che questo può avere sulla salute.
Gli Stati Uniti detengono il primato per il tasso di contaminazione più elevato, al 94%, con fibre di plastica trovate in acqua di rubinetto campionata persino negli edifici del Congresso, la sede dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e la Trump Tower di New York. Le nazioni europee, tra cui il Regno Unito, la Germania e la Francia hanno avuto il tasso di contaminazione più basso, ma comunque intorno al 72%. Il numero medio di fibre presenti in ogni campione da 500 ml variava da 4.8 negli Stati Uniti a 1.9 in Europa.
La cosa più preoccupante è che le microplastiche hanno dimostrato la capacità di assorbire sostanze chimiche tossiche collegate al cancro e ad altre malattie, che vengono rilasciate se consumate dai pesci e dai mammiferi. Inoltre studi hanno mostrano che particelle di tale dimensioni possono migrare attraverso la parete intestinale e viaggiare verso i linfonodi e altri organi.
La dottoressa Anne Marie Mahon ricercatrice presso l’Istituto di Tecnologia di Galway-Mayo afferma che ci sono due preoccupazioni principali: le particelle di plastica molto piccole e le sostanze chimiche o patogeni che le microplastiche possono portare. “Se le fibre sono lì, è possibile che ci siano anche nanoparticelle che non possiamo misurare”, ha detto. “Una volta che sono di dimensioni nanometriche, possono penetrare con facilità in una cellula e questo significa che possono penetrare gli organi, tutto ciò è preoccupante”. Inoltre la microplastica può attirare i batteri presenti nelle acque reflue, ha dichiarato Mahon: “Alcuni studi hanno dimostrato che esistono più patogeni nocivi sulle microplastiche a valle degli impianti di trattamento delle acque reflue”.
Ancora non si ha la certezza da dove queste microparticelle arrivino, gli scienziati affermano che potrebbero provenire dall’abrasione quotidiana di vestiti, tappezzerie e tappeti. Potrebbero raggiungere il rubinetto della casa contaminando fonti di acqua locali o sistemi di trattamento e distribuzione. Le asciugatrici sono un’altra fonte potenziale. Purtroppo nessuno ne era a conoscenza e ad oggi non esistono procedure specifiche per filtrare o contenere la contaminazione.
Se le fibre di plastica sono nell’acqua, sono sicuramente anche nel cibo – nella formula per bambini, pasta, zuppe e salse.
L’acqua in bottiglia non può fornire un’alternativa all’acqua del rubinetto, in quanto è stata trovata microplastica anche in alcuni campioni di acqua commerciale in bottiglia testata da Orb negli Stati Uniti.
“Stiamo sempre più soffocando gli ecosistemi in plastica e sono molto preoccupato che ci siano forme di conseguenze non intenzionali e negative che scopriremo solo una volta che è troppo tardi”, ha affermato Prof. Roland Geyer, dell’Università della California e Santa Barbara. Ribadendo la grande utilità del materiale in plastica, ma sottolineando che la gestione dei rifiuti deve essere drasticamente migliorata: “Abbiamo bisogno di plastica nella nostra vita, il vero danno è che la stiamo scartando in modi molto negligenti”.
B.A.